Bianchina berlina

Il rilevante calo di vendite della trasformabile nel 1960 e nel 1961, solo parzialmente giustificato dal successo della cabriolet e dall’uscita sul mercato della Panoramica, induce l’ufficio progettazione dell’Autobianchi a studiare, sotto la pressione della direzione commerciale, un nuovo modello in grado di sostituire la trasformabile, di linea ormai antiquata e troppo poco abitabile per una famiglia di quattro persone. L’ingegner Luigi Rapi, che aveva già progettato la cabriolet, viene interpellato per la nuova berlina che, secondo gli indirizzi dell’ufficio marketing, avrebbe dovuto avere un’abitabilità interna in grado di ospitare quattro adulti senza però risultare più ingombrante di quanto lo fosse la trasformabile.

La nuova berlina 4 posti, contraddistinta dalla sigla 110 DBA, ripropone la linea della cabriolet, con l’aggiunta del padiglione superiore, di forma decisamente nuova con tetto squadrato posteriormente. Sotto il profilo estetico la vettura non incontra molti favori. Ciò che fa discutere è proprio quel tettuccio a pagodina che rende la nuova Bianchina un po’ goffa. La Bianchina «televisore» (come viene subito soprannominata) offre per contro un’ottima abitabilità ed è ben rifinita. La meccanica è la stessa della Fiat 500 D. Rispetto a quest’ultima ha però le portiere controvento ed una maggiore robustezza dovuta a lamierati più consistenti. I rostri dei paraurti con paracolpi in gomma nera sono massicci, e anche la lama paraurti appare più solida di quella della cugina. Accessibile il prezzo, di lire 525.000 in listino e 560.000 su strada. Ciò che le manca ancora è il portacenere, mentre la selleria, bicolore (nero beige, avorio, rosso, azzurro in finta pelle rigida) senza le caratteri stiche cuciture verticali della cabriolet, è molto confortevole soprattutto per quanto riguarda i sedili posteriori, al di sopra dei quali, lateralmente, vi sono addirittura due piccoli poggiatesta a pressione. Otto le tinte previste per la carrozzeria bicolore, con tetto in grigio chiaro o grigio scuro. Unici colori in monotinta il grigio chiaro ed il celeste. Dal 1964, tuttavia, le DBA adotteranno tutte la verniciatura monotinta. In gomma nera tappeti e tunnel. Anteriormente viene ripresa la linea della trasfor mabile con gli stessi profili cromati (baffetti) ai lati della mascherina in resina cromata. Di nuovo disegno, invece, i fanali posteriori con la pinnetta superiore che prolunga idealmente i due parafan ghi. Priva di decorazioni laterali, restano solo i fregi allo sgocciolatoio e alle cornici vetri. Molto buona la visibilità sia posteriore (con l’ampio lu notto), sia laterale. Invariato invece il parabrezza anteriore, uguale a quello della trasformabile. Di nuovo disegno anche i copriruota, simili a quelli della cabriolet ma in alluminio anziché in acciaio inox, montati su cerchi verniciati in al luminio. I cerchi fari sono con visiera. Grazie al motore accreditato di 17,5 CV, la 4 posti raggiun ge la velocità di 95 km/h.

Non entusiasmante, ma soddisfacente il volume di vendite, che si aggira sui 30.000 esemplari venduti tra il 1962 e il 1965, anno di uscita della nuova versione. Come aveva fatto per il precedente modello, anche per la 4 posti l’Autobianchi prevede una versione Special (DBA/1) in grado di raggiungere, grazie al motore Sport, i 105 km/h. La maggiorazione di prezzo (50.000 lire) e la concorrenza della stessa cabriolet fanno sì che saranno pochissime le Spe cial vendute. Le uniche modifiche del modello Special riguardano i paraurti avvolgenti (uguali a quelli della cabriolet 62), la scritta Special dorata sul cofano motore e il tachimetro con scala 120 km/h (anziché 110 km/h come sulla Normale). Nella seconda metà del 1965 la 4 posti adotta la nuova meccanica della Fiat 500 F e iniziano le consegne della seconda serie (FB). Il motore passa a 18 CV pur restando invariata la cilindrata di 499 cc. Aumenta il filtro aria con la ricircolazione dei gas di sfiato e vengono maggiorati semiassi e frizione. Il serbatoio benzina viene portato a 22 litri e assume la nuova forma a barilotto incrementando la capacità del vano anteriore. Numerose le modifiche interne: sul cruscotto compare il portacenere, le levette devioluci e frecce sono in plastica nera (anziché cromate), il pulsante clacson è tutto nero (e non più con anello dorato) e il cassetto portaoggetti è in plastica nera. Di nuovo disegno le maniglie interne portiere (saldate inferiormente) e le levette di avviamento e starter, con estremità rettangolari anziché arrotondate. Nuova scala da 0 a 120 km/h per il tachimetro, di nuova marca Veglia Borletti. Completamente modificata la selleria, sia nei sedili (monocolore con cuciture verticali), sia nei pannelli. Differente anche la finta pelle usata per rivestirli, con supporto elastico e nei quattro colori azzurro, teak, nero e rosso.

Esternamente le principali novità riguardano le nuove tinte della vernice, tutte monocolore, l’assenza delle visiere sui fari, la scritta «Autobianchi» sul frontale (più tardi verrà spostata in basso a sinistra), non più dorata ma nera o cromata a seconda del colore, e le ruote con centro vuoto sempre di colore metallizzato. Dal 1967 altre modifiche riguardano i fanali posteriori, interamente in plastica senza tettoia, i sedili (anche ribaltabili) con molle anziché elastici e i lampeggiatori laterali più piccoli. Nell’ottobre del 1967 è disponibile anche la versione lusso, caratterizzata dal rivestimento del cruscotto in finto legno e plastica nera, dal pianale portaoggetti intero, dai due vani ricavati come appoggiabraccia nei pannelli laterali posteriori e dal portacenere posteriore al centro del tunnel. Le berline 4 posti vengono prodotte fino alla fine del 1968. Qualche esemplare verrà però ultimato anche nel 1969. Complessivamente sono state vendute circa 38.000 4 posti F duplice nella versione Normale e Special. Identica alla versione precedente, la Special F si differenzia solo per l’utilizzo del motore Sport 110 F 004 che, per la migliore carburazione, assicura una velocità di 110 km/h. La tinta è monocolore e, come sulla Normale, si nota l’assenza dello sgocciolatoio cromato. Vengono modificati gli attacchi delle lame paraurti che presentano due punti di ancoraggio anziché tre. Sul cofano posteriore compare la scritta cromata «Special». Rispetto alla Normale, il rapporto finale è più lungo grazie alla coppia conica di riduzione di 8/39 anziché 8/41. Pochissime e non quantificate le 4 posti Special che vengono prodotte. Circa gli esemplari sopravvissuti alla rottamazione, il Registro Storico Bianchina ha promosso un censimento mondiale per conoscere il numero esistente. In totale le 4 posti non radiate dovrebbero essere circa 3000, di cui solo 400 in versione Special.