Restauro Bianchina

Come prima puntata (bello, sa tanto di serial televisivo) inizieremo questo cammino con un restauro, tuttora in corso, di una Cabriolet 110B/122 del 1964. Il restauro della Bianchina cabrio, chiamiamola cosi, amichevolmente e per abbreviare, non era partito nel migliore dei modi: si passò da un carrozziere all’altro e, come spesso accade, non si calcolarono le varie difficoltà, vuoi per leggerezza vuoi per incompetenza. La cabrio è uno tra i modelli Bianchina che necessita di molta attenzione ed infinita cura nel montaggio. Come vedremo in seguito nel servizio fotografico, la vettura era già stata verniciata, senza curarsi di provare alcuni particolari come le ghiere faro, il ferma-cofano di sicurezza, ecc. Gli errori commessi dai vari carrozzieri si ripetono e si sommano l’uno all’altro.

Questa foto mostra ad una attenta visione (quasi un gioco enigmistico) come tutto il vano sia stato spruzzato prima della verniciatura con protettivo tipo antirombo! Il gancio di sicurezza è stato montato al contrario!

In questa foto si noti la perfetta rotondità! 🙂

E’ stato chiuso il foro di montaggio del fanalino e la saldatura tra frontale e parafango è inesatta.

Come si può vedere questo è il risultato di una verniciatura senza aver prima montato la vettura per controllare le “arie” tra le parti (tra ghiera e parafango); quindi si dovrà rifare il parafango con ovvi aggravi dei costi.

Il gancio di sicurezza montato al contrario.

Verniciatura con antirombo e cavetto negativo batteria non sostituito.

Nella foto non si nota molto ma il sottoporta è stato ricostruito in modo impreciso e con una curvatura inversa. Anche questa parte andrà ricostruita.

Si può notare la mancanza del foro filettato per il montaggio del rostro verticale, altra parte da rivedere.

Altro punto dolente la traversa posteriore, punto delicato di tutte le versioni bianchina (ad esclusione della panoramica e giardiniera). La traversa è stata acquistata dal proprietario della Bianchina cabrio da un noto “ricambista” e spacciata come ricostruita ex novo alla modica somma di… meglio non dirlo, non vorrei che qualcuno si sentisse male! Fatto sta che la curvatura era talmente ridotta che montata non permetteva alla puleggia del motore di girare! Attenzione ai bidoni, sono sempre in agguato.

Il peso del cofano ha piegato il supporto. Si noti anche la mancanza di antirombo (vano motore).

Le lame paraurti prima della ricromatura.

Il cassetto portadocumenti (in metallo ante 1965) completamente deformato.
Anche qui, nel passaruota, manca il protettivo antirombo.

Viste d’insieme anteriore e posteriore.

Inizio lavori! Il sottoporta è stato rimosso.

Un’altra vista del sottoporta smontato.

L’antirombo, applicato erroneamente, viene rimosso.

Un’altra vista del vano motore smontato.
Il sottoporta rimosso; si noti la doppia saldatura.
Un’altra fase per l’eliminazione dell’antirombo.
Il sottoporta precedentemente sostituito nascondeva una lavorazione eseguita con poca professionalità e superficialità. Notare la parte con corrosione passante.
Il nostro socio “Mastro Battilastra” Dorino durante la ricostruzione del sottoporta.
Carteggiatura del fondo del pianale.
Dorino durante la lavorazione per la perfetta sistemazione del sottoporta.
Rifacimento dell’angolo del parafango per l’accoppiamento ottimale con la ghiera del faro.
Il nuovo sottoporta saldato; la traversa serve ad evitare deformazioni della scocca.
Al precedente carrozziere è scappata una crepa nella porta… Anche questo da rifare.
Il risultato dopo la riverniciatura.
Il vano motore dopo l’applicazione dell’antirombo e la relativa verniciatura.
La lucidatura finale.
​​Inizia il montaggio.
Montaggio baffi, motorino tergicristalli e bocchette del riscaldamento.
È la volta del rostro, dell’angolare e dell’indicatore di direzione.
Gruppo maniglia e serratura.
Riscontro porta e guida.
L’interno della porta è importante fare molta attenzione al giro del cavetto d’acciaio e tenerlo sempre ingrassato.
Alcune delle varie fasi del montaggio.

Revisione del gruppo pedaliera.

Montato lo stupendo specchietto a tettuccio, tipico della cabrio, studiato dalla Vitaloni.
Montaggio della balestra.

L’insieme delle parti nuove e di quelle vecchie: tubi impianto frenante, pompa del freno, fusi snodo, bracci sospensione, e cuscinetti ruote; nel sacchetto c’è il cavo del freno a mano.

Leve del cambio, leva del freno a mano, e levette d’avviamento e starter in fusione d’alluminio (ante ’65) dopo la verniciatura in nero FIAT 601.
Componenti del freno a mano.
Gruppo comando del cambio (il giunto antivibrante è usato sui modelli dopo il ’65).
Nell’ordine: serbatoio a cubo anni 61-64; sotto vettura posteriore con uscita cavi avviamento, frizione, freno a mano, acceleratore e starter, mancano ancora il cavo batteria positivo, il tubo benzina, ed il cavo freni posteriori; guppo levette avviamento e starter (in fusione d’alluminio 60-64); gruppo leva del cambio (si consiglia di controllare i giochi tra leva e boccola, ne va della precisione nell’innesto delle marce).
Cartelle porta ceppi freno: spazzolatura a nudo, fondo antiruggine, verniciatura nero fiat 601.
Ripassata filetti per eliminare tracce di vernice e qualche ritocchino prima del montaggio dell’avantreno.
Montaggio della balestra, sui quattro prigionieri sul sottoscocca serrare con chiave dinamometrica a 4 Kg/mm, tra balestra e fuso 4 Kg/mm, tra fuso e bracci oscillanti 6 Kg/mm, tra bracci oscillanti e scocca 4 Kg/mm, tra cartella portafreno e fuso 2 Kg/mm . Date le sollecitazioni si consiglia sempre bulloneria nuova.
Ammortizzatori anteriori (già verniciati nel tipico verde FIAT ante ’66) pronti al montaggio.
Avantreno quasi pronto, cilindretto freno e ceppi sempre nuovi.
Vista dell’avantreno lato destro e lato sinistro.
Cartelle porta ceppi e molle posteriori gia verniciati (nero 601).
Bulloneria nuova, tamburo ruota posteriore, il giunto, interamente in alluminio (marchiato FIAT) montato in origine sul modello 500 sport. A sinistra si intravedono i due tubi freno posteriore tra cilindretto e tubo flessibile.
Il trapezio posteriore destro totalmente ricondizionato (attenzione alla ruggine nascosta ); si intravede il cavo del freno a mano (nuovo).
L’ammortizzatore anteriore destro fa bella mostra nel passoruota!
Anche il quadro strumenti riceve le amorose cure, rimesso a zero, lucidato, riverniciato, ritarato, come nuovo!!
Montati quadro tachimetro/contachilometri, gruppo pedaliera, chiave accensione, spia abbaglianti, piantone sterzo, pedale acceleratore. La verniciatura in nero del cruscotto, l’assenza del posacenere e del cassetto portaoggetti in lamiera saldata identifica il modello fino al 1964.
Mozzi porta cuscinetti posteriori, gruppo montato, cuscinetti e paraolio ovviamente nuovi.
Il montaggio prosegue: gruppo paraurti (nella cabrio dodici elementi) e profili inox (quattordici elementi più le mollette) che batosta!! Il montaggio dei paraurti richiede tempo e molta pazienza; se provati prima della verniciatura il lavoro è velocizzato. I paraurti, in origine di zama (tranne le lame in acciaio), sono stati rifatti in bronzo, può capitare di trovare piccole differenze tra una fusione ed un’altra, in questo caso si deve adattare la scocca eliminando le piccole arie (specialmente tra rostri, baffi anteriori e mascherina), tutto questo monta-smonta, alzerà ovviamente il conto del carrozziere, ma il risultato finale vi ripagherà di tutto, garantito. Guardatevi in giro ai vari raduni e controllate le altre vetture e capirete cosa intendo… Si inizia anche con l’impianto elettrico, pulito filo per filo e ammorbidito con resine siliconiche. Il montaggio della guarnizione del cassonetto aspirazione aria/raffreddamento motore è molto importante per evitare che il motore aspiri aria calda dal vano stesso.
La parte anteriore è praticamente finita, la soddisfazione sale, sale… Tra i profili fa capolino il ripetitore laterale a forma romboidale (costosissimo) esclusivo della cabrio.
Si continua con la parte elettrica… molta cura e pazienza… Lo schema… beh un aiutino, non si può fare tutto a memoria!!
Si inizia il rivestimento del tunnel, in due parti.
Il vano anteriore è ultimato! Nei particolari: serbatoio, vaschetta liquido freni, tappetino, cinghie di ritegno ruota di scorta e martinetto sollevatore.
Il montaggio del telaio capote richiede un po’ di esperienza, ma soprattutto molta, molta pazienza (la fretta è cattiva consigliera… lo diceva mia nonna!!). Può capitare, per ottenere un ottimo risultato, di dover montare e smontare parecchie volte le varie parti (per non dilungarmi oltre, in un’altra occasione, vedremo i vari passaggi).
Non sempre i ricambi trovati ai vari mercatini, che tanto amiamo frequentare, sono perfetti; un’aggiustatina risolve il problema.
Vista dell’interno portiera: visibile il comando apertura porta, il telaio/slitta porta cristallo, le due carrucole dell’alzavetro, ed alcune mollette fissa profili inox.
Canalina gocciolatoio in metallo cromato, con profili in alluminio fissa-guarnizione vetro.

Per questo appuntamento mi fermerei qui. Spero sia stato interessante, non pretendo utile!

Se volete trattare un argomento in particolare, scrivetemi… oppure ci sentiremo sul nostro FORUM!!

Un abbraccio a tutti.
Erospower
Link: http://contagiriblog.com/restauro-bianchina-cabriolet/