Bianchina trasformabile

Anche se il suo vero nome è Berlina 110 B, la prima Bianchina passerà alla storia come berlina convertibile o trasformabile. Le prime cinquanta vetture, tutte assemblate al di fuori della catena di montaggio e identificate come «preserie», vengono costruite tra il luglio e il settembre del 1957. Appartengono a questo gruppo tutte le auto destinate ai Saloni di Torino e di Parigi, al museo della scienza, alle foto pubblicitarie e ai concessionari Autobianchi per l’esposizione. Le preserie sono equipaggiate con motore di soli 13 CV; esternamente si differenziano per i deflettori in materiale plastico trasparente nella parte posteriore del vetro laterale. Internamente si nota la finta pelle sulla parte inferiore del cruscotto, mentre le leve di comando del devioluci e dei lampeggiatori sono rispettivamente a sinistra e a destra del volante di guida. Solo tre le combinazioni di selleria, sia in panno sia in vinilpelle (a richiesta con supplemento di 4000 lire) per Otto tinte, tutte bicolori, della carrozzeria. Posteriormente è assente la panchetta e c’è un rivestimento in moquette intonato con il colore dei sedili. La targhetta di identificazione (che reca il numero di telaio e di motore) è sistemata nel vano anteriore sulla sinistra vicino ai quattro fusibili.

La Trasformabile Prima Serie A (1957)

Dal mese di novembre, dopo il Salone di Torino, la Bianchina prima serie (A) viene equipaggiata con il motore potenziato a 15 CV. Spariscono i deflettori in plastica (scomodi per l’accesso ai sedili posteriori) e la vinilpelle sulla parte inferiore del cruscotto. Più tardi scomparirà anche la moquette posteriore, a favore di una panchetta e uno schienale in gommapiuma rivestiti di panno o vinilpelle Pirelli Sapsa. Aumentano le combinazioni di selleria (tre in panno e quattro in vinilpelle) mentre sono nove le tinte bicolori previste. Quattro le tonalità di colore per i tappetini in gomma: rosso, avana, blu e verde. Le leve comando devioluci e lampeggiatori passano sulla parte sinistra del volante. Posteriormente, ai lati interni dei caratteristici fanalini con la parte inferiore «a mela», vengono forniti di serie due catarifrangenti. Le vetture prima serie A restano in produzione fino all’autunno del 1958.

La Trasformabile Prima Serie B (1958-1959)

La principale innovazione di questo modello, definito «B» per comodità di classificazione, riguarda la potenza del motore, portata a 16,5 CV. Cambiano i colori previsti (avorio, rosso e azzurro restano in bicolore, mentre vengono introdotte le nuove tinte monocolori verde, blu, corallo, giallo e grigio). Aumentano anche le sellerie con ben cinque combinazioni per i panni (rosso, verde, beige, corallo e blu) e quattro per le finte pelli (rosso, verde, azzurro e amaranto), tutte accostate con l’avorio. Il rivestimento dei sedili presenta la classica V in avorio e anche la panchetta posteriore ha un filetto longitudinale di colore avorio. Invariati tutti gli altri elementi che contraddistinguono le trasformabili prima serie: scudo B cromato sul frontale, tirante ad anello per l’apertura del cofano anteriore, scatola con quattro fusibili, specchio interno con luce alta tipo Topolino, pulsante clacson con B dorata, scala tachimetro a 100 km/h, sistema di aerazione mediante elettroventola e riscaldamento con uscita di aria calda ai lati del tunnel, all’altezza della leva del cambio di fianco ai sedili.

La Trasformabile Seconda Serie (1959-1960)

Come la serie precedente, questo modello mantiene le caratteristiche feritoie anteriori ai lati del musetto (poi eliminate nella serie 60) per consentìre l’entrata di aria fresca, comandata internamente da due saracinesche sistemate sotto il cruscotto lateralmente. Sul frontale, al posto del la B, si nota la scritta cromata Autobianchi mentre le plastiche dei fanalini posteriori (sempre a mela) presentano nella parte centrale i catarifrangenti. Nel pannello strumenti la scala del tachimetro arriva a 110 km/h; il pulsante clacson presenta un anello dorato; cambia lo specchietto interno di nuova forma con luce bassa; l’apertura del cofano anteriore è a gancio e la cuffietta leva cambio è tonda anziché ovale. La targhetta di identificazione telaio (sistemata sulla destra) non presenta più il numero ma solo il tipo di motore (110.000). La maggiore modifica strutturale riguarda i pianali, che non sono più diritti come sulla prima serie B, ma formano un incavo per accogliere i piedi dei passeggeri posteriori. Completamente modificato anche l’impianto di riscaldamento, con uscita dell’aria calda diretta mente al di sotto del cassetto portaoggetti (e di qui con manicotti alle feritoie sul cruscotto) anziché ai lati dei sedili. Eliminata anche l’elettroventola, mentre i fusibili sono sei. Nel vano motore è visibile un tappo in lamiera al posto dell’ingresso superiore per la ricircolazione dell’aria calda, che sparirà definitivamente nel modello 60. Mentre colori e selleria restano invariati, cambia la foggia dei pannelli portiera che presentano inferiormente una lunga tasca al posto della tasca a soffietto ricavata nella parte centrale in rilievo della serie precedente. La trasformabile seconda serie (C) resta in produzione fino al 1961, quando viene adottata dall’Autobianchi la meccanica della nuova 500 D.

La Trasformabile Special Prima Serie (1959)

Con un supplemento di prezzo di 30.000 lire gli amanti delle riprese ai semafori e coloro che utilizzano la Bianchina anche per gli spostamenti extra cittadini possono disporre di una versione «Special» equipaggiata con il generoso motore della Fiat 500 Sport (contraddistinto dalla sigla 110.004). La cilindrata è portata a 499 cc con una potenza di 21 CV a 4200 giri/min. Il rapporto di compressione è di 8,6: 1; il carburatore è un Weber 26 IMB 3 e la velocità massima di 105 km/h. Le principali modifiche apportate al motore riguardano l’asse a camme in acciaio, la testata lucidata nei condotti, la maggiorazione delle molle valvole e della puleggia del ventilatore. Viene modificato anche il rapporto al ponte (8/ 39 anziché 8/4 1). La Special è soprattutto la Bianchina dei giovani, alcuni dei quali si cimentano in gare di velocità contro la 500 Sport, che ha comunque dalla sua il vantaggio di un peso più contenuto: 470 kg contro i 510 kg della Bianchina. Sotto il profilo estetico l’unica differenza è rappresentata dalla scritta «Special» sul cofano motore al di sotto della scritta «Bianchina». Internamente viene modificato il tachimetro che presenta la scala a 120 km/h. Per la Special viene inoltre appositamente creata una tinta rosso vivo (definita dalla Casa «rosso turismo») con padiglione superiore grigio chiaro. Gli interni sono di colore rosso e avorio. Su richiesta è però possibile ordinare la vettura in una delle altre otto tinte previste dalla Casa, ivi comprese le monocolori.

La Trasformabile Special (1960)

Nella primavera del 1960 a Ginevra viene presentata la nuova Special rinnovata nell’estetica. Anteriormente e posteriormente vengono adottati i paraurti avvolgenti privi di gommine (gli stessi che poi equipaggeranno la cabriolet), mentre ai lati dei baffi, sul frontale, vengono incassati i fanalini tondi (al posto di quelli tradizionali a unghia), La meccanica rimane invariata. Questo modello, di cui vengono costruiti pochissimi esemplari, resta in produzione pochi mesi essendo poi sostituito dalla Special con meccanica D. Delle poche Special costruite nel 1960 la maggior parte sono destinate all’esportazione.

La Trasformabile per l’Esportazione (140 B)

Oltre al grande successo riscosso in Italia (oltre 20.000 esemplari venduti in due anni), anche all’estero incominciano a essere richieste le piccole utilitarie della casa di Desio. Viene così approntata una serie di vetture da destinare all’esportazione: contraddistinte dalla sigla «140 B», esse presentano sia la guida a destra, sia la tradizionale guida a sinistra. La versione statunitense è riconoscibile per i rostri di maggiori dimensioni incorporanti un paracolpi in gomma (incassato all’interno del rostro) e per le luci anteriori tonde anziché a unghia. Modificate anche le cornici dei grossi fari a visiera, che rappresentavano un optional per le trasformabili destinate al mercato nazionale. Oltre agli Stati Uniti, i mercati di maggiore assorbimento sono la Francia, la Germania, l’Olanda e l’Inghilterra e alcuni esemplari sono esportati addirittura in Africa e in Australia. Per alcune nazioni sono previsti speciali filtri aria per la polvere, mentre viene modificato il sistema di scarico, il riscaldamento (con polmoncino sulla marmitta) e il comando delle luci (con spia abbaglianti).

La Trasformabile Terza Serie D (1961-1962)

Lo scarso interesse dimostrato dal pubblico per la Fìat 500 nei primi anni di vita induce la Fiat a fare continui aggiornamenti sulla sua piccola utilitaria che risente sia della concorrenza della sorella Fiat 600, più veloce e abitabile, sia di quella della cugina Bianchina. Ciò che manca alla 500 è quel minimo di spazio interno che permetta di ospitare quattro persone, anche se per tragitti brevi. Inoltre, a differenza della Bianchina, la 500 è considerata dall’automobilista troppo spartana nelle rifiniture. Un altro notevole handicap è rappresentato dalla scarsa potenza e velocità massima che ne limitano l’utilizzo extra urbano. Il grande successo iniziale della Bianchina va attribuito principalmente alle sue rifiniture, ma anche al fatto che la piccola di Desio diventa la seconda vettura della famiglia benestante che possiede un’auto più potente per i lunghi viaggi. Le 24.000 Bianchina vendute nel biennio 1958-1959 inducono la Fiat a rilanciare la Nuova 500, praticamente invenduta nella prima versione economica. Solo nel 1959, con la nuova motorizzazione di 16,5 CV e il modello tetto apribile che, pur di dimensioni ridotte, presenta quattro posti e migliori rifiniture (coppe ruote, cornici, profili laterali, vetri discendenti), la 500 riguadagna il terreno perso con la serie economica. L’indiscussa rivalità commerciale tra Bianchina e Fiat 500 causa molto presto alcuni favoritismi della casa madre nei confronti della piccola torinese. Per la Bianchina gli aggiornamenti tecnici arrivano, infatti, con notevole ritardo rispetto alla cugina. Questa concorrenza, che inasprisce gli stessi rapporti commerciali tra Autobianchi e Fiat, raggiunge il suo apice con l’uscita della 500 D, presentata nel settembre del 1960. Mentre i concessionari Fiat sono in grado di fornire immediatamente le nuove vetture, il ritardo nella consegna dei motori e degli altri numerosi particolari meccanici modificati impedisce all’Autobianchi un altrettanto tempestivo aggiornamento della nuova Bianchina 110 DB, che verrà consegnata con regolarità solo nella primavera del 1961. Le vendite della Bianchina precipitano dalle 13.000 unità del 1959 alle 6000 del 1960, che diventeranno addirittura 2500 nel 1961. Un vero peccato, perché la trasformabile D seconda serie ha tutte le carte in regola per essere apprezzata. Le modifiche più rilevanti riguardano la meccanica. Il motore, con aumento di cilindrata a 499 cc raggiunge la potenza di 17,5 CV (riconoscibile esternamente per il filtro dell’aria più grande, non più avvitato ma saldato). Nuovo anche il ser batoio carburante sulla sinistra del vano anteriore, che tuttavia conserva immutata la capienza di 21 litri. La versione D presenta i rostri con paracolpi in gomma nera, mentre vengono aumentate le di mensioni delle calotte copriruota (simili a quelle della cabriolet). Si adotta una nuova gamma di colori sia in monotinta sia bicolori su richiesta dell’acquirente. Modificati anche gli interni, che presentano pannelli portiere con tasca centrale rialzata e sedili senza la tradizionale V sullo schienale sia in tessuto, sia in vinilpelle. Di nuovo disegno anche i fanalini posteriori (che erano già stati modificati nel 1960), che abbandonano la caratteristica forma a mela e hanno il catarifrangente avvitato nelle plastiche. La trasformabile D esce di produzione verso la metà del 1962. Gli esemplari di trasformabile complessivamente prodotti sono circa 36.000.

La Trasformabile Special D Seconda Serie (1961-1962)

Rinnovata nella meccanica come la versione precedente, la trasformabile Special D seconda serie presenta esternamente i nuovi paraurti avvolgenti con gommini paracolpi bianchi (come la cabriolet) e monta il lavacristalli di serie. Il motore è sempre quello della Sport 21 CV aggiornato nel filtro aria. La scala del tachimetro arriva a 120 km/h.